Festa dell'Immacolata in Sicilia: devozione, tradizioni e cibo tipico

By mercoledì, dicembre 05, 2012 , , , , , , ,

Francisco de Zurbarán, Immacolata Concezione
L'8 dicembre in tutte le città e i paesi siciliani si celebra la Festa dell'Immacolata con processioni, fuochi e cibi tipici della nostra tradizione. Non è una festa molto antica, è stata istituita nel 1854 da papa Pio IX e sancisce il dogma cattolico che la Vergine Maria è stata preservata dal peccato originale sin dal suo concepimento. Il popolo siciliano manifesta una particolare devozione per Maria onorandola con particolari processioni e suggestivi rituali. In Sicilia era eccezionale la processione che si teneva a Scordia (Ct) il 7 dicembre dalla chiesa di San Rocco partiva una processione di giovani che portavano i palichia, croci di canna con ampi panni recanti l’immagine dell’Immacolata e i scupi, cioè scope su manici di canna. Questi arnesi artigianali in canna rappresentano la morte e la rinascita, la perfezione e la purificazione acquisendo un notevole significato per la festa dell'Immacolata che si celebra l'indomani.

A Siracusa l'Immacolata Concezione di Maria si celebrava con una novena; una tradizione che non è andata perduta è la Svelata del simulacro della Vergine che si tiene all'alba il 29 novembre. Si entra nel cuore della festa a notte del 7 dicembre con la cosiddetta "Atturna" [Notturna], la banda suona per le vie di Ortigia dalle tre fino alle cinque del mattino. Nella chiesa di Giovanni Battista all'Immacolata alle cinque del mattino si svolge al buio la funzione religiosa con la celebrazione della messa, durante l'omelia il sacerdote annunzia la frase solenne: "ed ora Maria svelaci il tuo volto!". La chiesa si illumina e il velo che copre il simulacro della Vergine inizia a scendere svelando a tutta la comunità di fedeli la luce splendente di Maria avvolta in un manto azzurro. E' un momento di particolare commozione, i devoti applaudono e si continua con la messa. Finita la celebrazione la banda fa ingresso in chiesa intonando un inno all'Immacolata, il capo banda dona un cesto di fiori e così il Fercolo di Maria viene portato in processione per le viuzze di Ortigia dalla Confraternita dell'Immacolata seguito da numerosi fedeli.

A Calatafimi Segesta (Tp) si svolge una tradizionale e suggestiva processione notturna con le fiaccole, la "Mmaculatedda", a questa processione partecipano a dismisura fedeli di ogni condizione sociale ed età. Durante la processione, sono molto affascinanti e insite di fede le invocazioni popolari: nel momento in cui il fedele si volge, indicandolo con destra elevata, verso il simulacro della Madonna e con voce possente invoca Maria, tutti tacciono, aspettando impazienti, di poter rispondere con entusiasmo il rituale "Viva Maria Mmaculata". E se per caso, o perché distratti o perché prevalsi dal sonno, qualcuno dimentica o si dimostra restio nel rispondere alle invocazioni, colui che le proclama subito interviene con l'ironica invocazione "E chi semu surdi e muti", che, oltre a suscitare un sottile sorriso, ridesta la mente e sprona ad inneggiare alla Vergine Maria. Ma la Mmaculatedda è anche un'importante manifestazione folkloristica: già nelle settimane precedenti tutto il popolo Calatafimese si unisce in comitive per organizzare la "Tavulidda" un'abbondante cena che s'inizia la sera del 7 dicembre e dura buona parte della notte fino a quando lo scampanio delle campane della chiesa di San Michele, nel cuore del centro storico, richiama tutta la popolazione a sistemarsi ciascuno con la propria "ciaccula" dietro la statua della Madonna e a dare così inizio alla processione. Sono le quattro dell'8 dicembre e tutti, assonnati, iniziano il corteo; ma basta il grido "Trema lu `nfernu e trionfa Maria" oppure "Sintennu lu nnomu di Maria lu `nfernu trema" che tutti ritrovano l'energia per procedere nelle vie del paese e per radunarsi tutti assieme davanti la chiesa di San Michele per il rogo finale di quello che è rimasto delle "ciaccole".

A Canicattì (Ag) la vigilia dell'Immacolata si fanno Li Vamparotti, si allestiscono dei grandi falò in ogni quartiere. Tutti i ragazzi del rione costituiscono una vera e propria squadra che, per circa otto giorni, lavora all'edificazione di una grande catasta di legna cui si darà fuoco nel giorno stabilito.

La festa dell'Immacolata inaugura ufficialmente il periodo delle festività natalizie e nelle case si è soliti addobbare l'albero, cenare insieme agli amici e ai parenti la vigilia e giocare a carte e a tombola. Il sette di dicembre in molti paesi siciliani è usanza mangiare la Muffuletta, pagnotta di grano aromatizzata e condita in diversi modi; nelle tavole di Palermo, Bagheria e di altri paesi del palermitano non manca 'U Sfinciuni, una focaccia morbida condita con salsa di pomodoro, acciuga, cacio cavallo. U Sfinciuni è un tipico piatto palermitano, caratteristico del periodo natalizio; a Bagheria è il piatto tipico principale del menù che si prepara il giorno prima di ogni festa natalizia. Invece, un dolce tipico siciliano diffuso in tutta l'Isola consumato soprattutto l'8 dicembre è la Petrafennula; di origine araba, è una sorta di torrone che viene preparato con miele, mandorle, bucce di arancia e di cedro. Ma il dolce più tipico, più maestoso ed elegante è il Buccellato, in siciliano Cucciddatu; è un impasto di pasta frolla farcita con un ripieno di fichi secchi, uva passa, mandorle, scorze d'arancia, spesso a forma di ciambella. 

Muffuletta Palermitana
'U Sfinciuni
Buccellato 


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2 commenti

  1. Articolo davvero molto interessante :) complimenti Claudia

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  2. Ho avuto il piacere di vivere per qualche anno in Sicilia: Conservo un bellissimo ricordo di tutte le cose belle che fanno parte delle tradizioni e della cultura dell'isola. Complimenti per l'articolo.

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