San Martino nelle terre di Dioniso

By venerdì, novembre 09, 2012 , , , , , , , , ,


In Sicilia, terra d’origine della civiltà mediterranea, la devozione a San Martino ha origini remote intrecciandosi con i miti della religione ellenica. Nella cultura greca, Dioniso, dio della fertlità, dio dell'uva e dell'estasi del vino, rappresentava la forza vitale degli esseri viventi e del mondo vegetale, il flusso frenetico della vita che pervade su ogni cosa. In Grecia, così come in Italia, Dioniso [Bacco, per i romani] veniva celebrato con riti di carattere prettamente orgiastico e propiziatori; le feste più famose sono le Baccanali durante le quali le Baccanti, donne vestite con pelli animali e con il capo sormontato da una corona di edera, in preda all'estasi del vino, adoravano e celebravano il dio cantando, danzando e lanciando grida lungo le campagne. Nell'antica Roma tali celebrazioni furono proibite non appena furono adottate pratiche piuttosto cruente, come i sacrifici di animali, la violenza sessuale e talvolta i sacrifici umani. In Sicilia, il culto di Dioniso, ebbe dell'affinità con quello di Demetra e Persefone, era praticato principalmente a Siracusa, anche se in forma minore era presente in tutta l'isola, delle testimonianze importanti di tale culto le troviamo a Selinunte, nella zona dei Nebrodi fino alla Sicilia orientale.

Lovis Corinth, Baccanale (1896)
Con l'avvento e la diffusione del Cristianesimo alcuni riti violenti continuarono ad essere praticati, tutt'oggi nei pressi di Salonicco nella ricorrenza dei santi, Elena e Costantino, si svolge un rito, condannato dalla Chiesa Ortodossa, che trae origine dai riti di iniziazione dionisiaci: si eseguono danze sui carboni ardenti, agitando croci e libri di preghiere. Nella nostra splendida isola fino a qualche decennio fa, in alcune festività religiose si riscontravano elementi riconducibili al Baccanale. Nella provincia di Palermo, a Gratteri, il patrono della vendemmia e della vite è San Giacomo; durante la festa patronale in suo onore si usava legare alla statua del santo i più bei grappoli d'uva e inoltre durante la processione ai portatori  della vara veniva offerto vino in abbondanza. Per la festa di Sant'Alfio in Trecastagne, nella provincia di Catania, i devoti dopo aver mangiato carne di pecora e bevuto vino, davano spettacolo durante il loro ritorno nei propri paesi con la celebre la calata d'imbriachi. In proposito, Giuseppe Pitrè raccontava:

"Vedete quanti ce n'entra in un carro tirato da un povero asinello o da un mulo bolso! Vedete come suonano, cantano, gridano, picchiando cembali, urtando piattini di latta, straziando violini e chitarre, soffiando contro fischietti e orciucoli! Gli uomini si sdilinquiscono dal vino e dal sonno; le loro donne più di loro: e tutti con certi visi di spiritati, cascanti e moventisi, solo per annaspare in aria o per strascicar parole senza costrutto e senza significato."

Ma il santo cristiano che per eccellenza ha preso il posto di Dioniso è San Martino, Vescovo di Tours [315-397] protettore anch'egli della vite e del vino, famoso per aver donato metà del suo mantello ad un uomo pervaso dal freddo. Si narra che il freddo e la neve per quel giorno si attenuarono e al loro posto fece capolino il sole, da allora è l'"Estate di San Martino", che riserva in Sicilia sempre una piccola parentesi di bel tempo, prima dell'inizio di temperature più rigide. San Martino viene celebrato ogni anno l'11 novembre, nel periodo in cui si degusta il vino novello, da ciò deriva il detto: "A San Martino, ogni mosto è vino" e il motto popolare siciliano: "Cui si leva di vinu dici: Viva Sammartinu!"

Spesso durante le feste popolari siciliane vengono aperte le botti e in onore del santo si fanno delle gare di bevute che tanto ci ricollegano alle antiche celebrazioni pagane. In alcune località della Sicilia in questi giorni di novembre si sopprimono i maiali, un'altra frase proverbiale tipica della ricorrenza recita che per San Martino: "s'ammazza lu porcu e si sazza lu vinu".
Per San Martino, a Palazzo Adriano, in provincia di Palermo, un'antica usanza di origine balcanica vede come protagonisti i novelli sposi che ricevono in dono dai loro parenti e dai loro amici cibo e accessori utili per la nuova casa. Questi doni vengono consegnati dai bambini la mattina di giorno undici sfilando per le stradine del paese.

Curiosità | La tradizione prevede un San Martino dei ricchi e uno dei poveri, quest'ultimo veniva celebrato la prima domenica successiva a giorno 11. Il San Martino dei poveri veniva festeggiato a Palermo con il rito del Biscotto di San Martino “abbagnatu nn'u muscatu, cioè di un particolare biscotto chiamato sammartinello, inzuppato nel vino moscato.

Biscotti di San Martino

Fonti: Dizionario Universale dei Miti e delle Leggende, A. Mercatante; Feste Patronali in Sicilia, G. Pitrè; SiciliainRete, SicilianelCuore.

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