Pasolini lungo la Sicilia di sabbia

By venerdì, novembre 02, 2012 , , , , , ,


«Il mio viaggio mi spinge a Sud, sempre più a Sud: come un' ossessione. Deliziosa, devo andare più in giù, senza lasciarmi tentare».  
[Pier Paolo Pasolini]

Era l'estate del 1959 e una nota rivista del tempo [Successo] proponeva a Pier Paolo Pasolini di scrivere per un viaggio da italiano in Italia, un itinerario entusiasmate alla scoperta delle grandi città e dei piccoli ed antichi borghi. A bordo di una Fiat 1100, Pier Paolo Pasolini insieme al fotografo Paolo Di Paolo, percorre circa 7000 km, un lungo viaggio che darà vita ad un reportage intitolato La lunga strada di sabbia

Pasolini, partito a giugno da Ostia, percorre l' Italia in lungo e in largo: da Sanremo a Trieste, da Napoli a Maratea, da Capri a Reggio Calabria, a Taranto; a Villa San Giovanni, Pasolini approda in Sicilia scrivendo: 

«Riparto, mi perdo nelle Calabrie: che si fanno sempre più Calabrie, sempre più Calabrie, finché a Pileto, a Palmi, comincia la Sicilia. Avevo sempre pensato e detto che la città dove preferisco vivere è Roma, seguita da Ferrara e Livorno. Ma non avevo visto ancora, e conosciuto bene, Reggio, Catania, Siracusa. Non c'è dubbio, non c'è il minimo dubbio che vorrei vivere qui: vivere e morirci, non di pace, come con Lawrence a Ravello, ma di gioia».

Pasolini rimane incantato dalla bellezza dei paesaggi siciliani, dai profumi che lo circondano, e scrive:

«Non è mica una chiacchiera che qui profumano zagare e limoni, liquerizia e papiri. Lascio andare Taormina, che è indubbiamente una cosa d'una bellezza suprema (ma dove, come a Positano e a Maratea, io non mi sono trovato bene): posso però affermare che il viaggio da Messina a Siracusa può fare impazzire».

Catania, Lentini, Siracusa sono luoghi che lo affascinano anche dal punto di vista umano, di Lentini annota:

«Scendo per la cena: ma lì un profumo di limoni, una luna grossa come non l'ho mai vista, della gente che non aspetta altro che parlare, mi arresta. Fino a dopo mezzanotte non mi so decidere a lasciare i nuovi amici che mi sono fatto, che mi salutano come se ci conoscessimo da anni, uno dicendo: "Iddu 'u core bono j'ave!": e solo perché ho parlato un po' con loro, dei loro problemi, del loro futuro».

Il viaggio di sabbia continua per la calda Sicilia, risalendo per lo Stretto si dirige alla volta di Taranto.

Le riflessioni del reportage hanno i volti di uomini e donne in costume da bagno, o in paesi sperduti di una campagna assolata del Sud Italia, interrogati da Pasolini sui temi portanti del grande cambiamento degli anni Sessanta. Il confronto fra il turismo mondano del Nord e quello culturale delle coste del Sud sembra raccontare di una frattura mai sanata. I turisti del Nord, con cappelli vistosi, un po’ decadenti, sembrano visitare altri posti, scattare altre foto, parlare in un’altra lingua di altre cose. I turisti del Sud, un po’ più sudati, sbalorditi dai ragazzini napoletani che chiedono soldi, sembrano non prendere il sole davanti allo stesso mare.

La lunga strada di sabbia edito nel 1998 da Mondadori in Pier Paolo Pasolini Romanzi e racconti, e nel 2005 da Contrasto con foto di Philippe Séclier.

Fonti: Pasolini.net, L'Arengo del Viaggiatore, Ragusa News.

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1 commenti

  1. meraviglioso pasolini. la sicilia d'altronde ha sempre affascinato tutti quelli che passassero da qui__!!! l'intellettuale ( con la I maiiuscola). L'arte. Questo era pierpaolo. L'uomo che era già avanti che vedeva oltre, che capiva la gente. La massa. molti suoi interventi potrebbero essere benissimo inseriti in quest'epoca. Era uno che ti parlava e auspicava la rivoluzione ma non la guerra civile, "odiava" la borghesia e i figli della borghesia. L'hanno ammazzato a bastonate, perchè era scomodo, era uno difficile da accettare. Comunque un provocatore, unico. lui per me è il "io so... ". (serlicc)

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